domenica 31 ottobre 2010

Eritrofobia: Mah, quasi quasi...

Nel precedente post ho parlato di alcune tra le cause che possono scatenare non solo il rossore ma anche (soprattutto) un'eccessiva preoccupazione nei suoi confronti e come il prendere dei momenti per noi stessi sia indispensabile per ritrovare l'equilibrio perduro.

Nella giornata di oggi, devo fare una cosa che sinceramente preferirei evitare, sto parlando del temutissimo battesimo del più piccolo dei miei cugini. Si tratta quindi di una poco sana giornata passata a riabbracciare vecchi parenti dimenticati in qualche meandro della mia memoria e a muovermi tra un'interessantissima  discussione sulle mezze stagioni ed una sull'importanza dell'educazione al giorno d'oggi.

No! Oggi è domenica! Dovrebbe essere una giornata da dedicare a quello che veramente mi piace fare, e non a partecipare a queste poco apprezzate rimpatriate!
Ma questa situazione mi ha anche fatto meglio notare una cosa che, guardando a ritroso, mi capita in molte delle situazioni simili: mi dico, massì non ci vado, "taglio", trovo una scusa, ai parenti potrei dire di accusare un malessere qualunque... Ma a me stesso? Come giustifico il fatto di aver tagliato il battesimo di mio cugino che, poveretto, non ne può nulla? Chiaramente usando come scusa l'Eritrofobia.

Infatti nella mia testa cominciano a comparire chiare informazioni del tipo: dovrai andare a pranzo, sarai in un posto chiuso ed arrossirai, dovrai parlare con molta gente, qualcuno ti metterà sicuramente in imbarazzo ed arrossirai, ti toccherà consegnare il regalo ai genitori del pargolo ed arrossirai, ecc ecc ecc...


Il consiglio, fresco fresco, di questa domenica mattina è il seguente:
  • Non usare l'Eritrofobia come scusa, non farlo mai! Non insegnare al tuo cervello che è l'Eritro è una motivazione valida per non adempiere ai tuoi compiti o (come in questo caso) per tagliare noiose situazioni.
    Il tuo cervello è un ottimo esecutore e se lo istruisci in questo modo finirà col crearsi la nuova credenza che l'Eritro sia veramente invalidante per quelle situazioni e, quando dovrai per forza affrontarle, quando non vorrai più usare l'eritro come scusa, sarà troppo tardi.
    Si dice che il cervello impieghi meno di un mese a creare una nuova sinapsi (collegamento tra due neuroni), ovvero, a generare una nuova abitudine: usa questo mese per creare qualcosa di utile per la tua persona, per esempio delle strategie che ti aiutino a rendere più vivibile una rimpatriata con i parenti, piuttosto che crearti la credenza che in quella situazione sicuramente arrossirai.
Concludo dicendoti che se, come me d'altronde, per molto tempo hai imbottito il tuo cervello di credenze limitanti e dannose non disperare (mai), le credenze possono essere eliminate o cambiate, allo stesso modo in cui le hai create, ripetendo per un mese una certa nuova abitudine. Ci sono volte in cui sono più radicate ed il lavoro è molto più difficile: io ho intrapreso la strada della crescita personale apposta per intervenire sulle mie credenze più profonde e dannose, nei post che verranno ti parlerò anche di questo.

E tu, quante volte hai usato l'eritro come scusa? Fammi sapere.

Buona uggiosa domenica,
  Giacomo    Sottoscrivi SchiettaMente!

1 commento:

  1. E' vero l'eritrofobia ci riempie di scuse...ed io adoro l'estate e come una tartaruga a primavera esco dal mio rifugio e inizio a vivere...il sole è il mio amico, mi abbraccia, mi consola e sopratutto mi veste del suo colore...e nessuno potrà più analizzarmi e nessuno in quei meravigliosi tre mesi sarà migliore di me...abronzata io potrò tutto, ridere, parlare parlare...quanto amo parlare sin da quando ero piccola...dire le cose in faccia senza preoccuparmi del giudizio altrui o di essere contraddetta...
    ma l'inverno? non sono una tartaruga, il sogno finisce ed io non posso andare in letargo...devo vivere...e ricomincia la fatica, il dimagrimento, i pianti, la rabbia, la voglia di stare sola...e poi ricordo a me stessa di immaginare a com ero...a quella bambina sfrontata con gli occhi grandi e luminosi...e ancora una volta mi amo e ricomincio a vivere...
    con questa malattia impariamo una cosa che gli altri non sanno...morire e rivivere ancora.. ancora...e ancora...e ogni volta sembra sempre la prima volta...apprezzi le cose piu' semplici...il solo dialogare è acqua per la mia anima!

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